Allora, ennesima notizia di arresto di un politico del partito di Giorgia Meloni, poi passato alla Lega di Salvini e ora finito a Forza Italia.
Mi riferisco ad Antonio Catalfamo, uomo dell’attuale ministro Nello Musumeci, eletto con Fratelli d’Italia all’assemblea regionale siciliana nel 2017, passato poi nel 2020 alla Lega in veste di coordinatore provinciale a Messina e di capogruppo in Regione Sicilia, di recente passato a Forza Italia e finito agli arresti domiciliari per concussione e corruzione.
Interessato ai voti del consigliere berlusconiano Giovanni Bucalo, Catalfamo per fargli cambiare partito, gli offrì un’assunzione nella ditta delle pulizie che aveva vinto l’appalto all’ospedale Papardo di Messina.
Infatti, Bucalo da Forza Italia è passato alla Lega in vista delle elezioni amministrative del giugno 2022 e delle regionali del settembre scorso.
Senonché quando i vertici dell’ospedale si sono messi di traverso all’assunzione di Bucalo, Catalfamo – intercettato con il trojan inoculato nello smartphone dai finanzieri di Palermo – minacciava i dirigenti del Papardo con “pesanti ritorsioni politiche per piegarli ai suoi desiderata”, ha scritto la gip Tiziana Leanza nell’ordinanza di custodia cautelare. «Qualcuno me la deve risolvere altrimenti se loro mi creano problemi, io li comincio a caricare con un’interrogazione al giorno. E cominciamo a fare così»…
E ancora «Se lui dà uno schiaffo a me, io a quattro a quattro gli rompo il culo».
Ecco, alla fine Bucalo non è stato assunto perché non lo voleva nemmeno la ditta di pulizie, e Catalfamo è passato a Forza Italia.
Intanto però l’inchiesta è partita e l’arresto di Catalfamo, avvenuto assieme a quello della dirigente medico Francesca Paratore,. ha posto fine a questo atteggiamento prepotente per non dire mafioso.
Tenuto conto che Catalfamo dalle intercettazioni è emerso pure che avrebbe promesso un incarico anche a una consigliera comunale di Barcellona Pozzo di Gotto a patto che passasse nel suo partito..
E allora sappiate che il governo Meloni col ministro Nordio, vuole vietare l’uso dei trojan, per fare in modo che questi comportamenti dei politici non vengano giudicati e anzi, arrivino all’obiettivo di corrompere i malcapitati e lasciare che vincano la prepotenza, l’illegalità e la sopraffazione.
E così, nel totale silenzio delle tivù, Catalfamo – da arrestato – risulta tuttora in carica all’Ars con il lauto stipendio da 20 mila euro al mese.
Ditemi voi in quale democrazia al mondo succede che nessun cittadino o quasi, sappia qualcosa di una storia di corruzione per un politico che milita in un partito di governo. Solo in Italia!